10
Nov
2011
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ISOLE, FRAMMENTI, STORIE AI MARGINI DELLA SECONDA REPUBBLICA.

 In un parco, un pomeriggio di maggio, nel 1994 volantinavo per le elezioni. Quelle della gioiosa macchina da guerra che ancora fa male. Quelle della discesa in campo della ghirba delle televisioni. Trascrissi più o meno fedelmente la conversazione con un vecchio signore seduto sulla panchina. 18 anni dopo, ecco qui. Lui (e tanti di noi) l’avevamo capito prima. Quello che non potevamo immaginare era tutto il resto. Che è oggi

Cara signorina, lo prendo il volantino, certo che lo prendo. Io sono sempre stato di quell’idea li’.

Fin in fabbrica, trentacinque anni alla Feroce, a prenderle sulle orecchie che ho cominciato a ruscare che ci avevo quindici anni e poi rusca, rusca… Trentacinque anni di ruscamento e ‘d papin sule urie ma quell’idea li’ mica mi e’ uscita dalla bioca – nossignore – l’era bela e semplice come pane e salame. Io rusco perche’ devo, ma chiel li’ che e’ il padrone l’e’ un’altra roba. Se no ruscava anche lui. Io rusco, ma non sono piciu e quell’idea li’ boia fauss ce l’ho nella testa e a forza di papine non mi hanno mica convinto. Anzi. E il sindacato, sissignora, iscritto da subito e da sempre vaca merda se ero iscritto che se potevo mi iscrivevo anche due volte.

Gli sioperi c’ero e anche i picchetti, perche’ io rusco ma son mica un somaro. E i crumiri che li guardavo negli occhi e poi mi facevano schifo. Muli, somari, bestioni.

Adesso sono in pensione, gioco le bocce la domenica e ci ho sempre la tessera e quell’idea li’ ma con un milione e trecentomila cosa ci faccio adesso, che anche la moglie  ha mica lavorato in casa e adesso c’ha la minima.

La moglie pero’ e’ sempre stata della democrazia e io ci dicevo somara, bestiona, che vai in chiesa che ti ribambiscono con la puzza dell’incenso, ma lei ci aveva un’altra idea. Allora io la domenica prendevo su’ e andavo in sesione e lei criava Testun sensadio ‘sta a casa che a forza di papine sulle urie sei diventato scemo.

Pero’ abbiamo ruscato tutti e due ‘me matti, tutta la vita.

E i figli son venuti su che non ci e’ mai mancato niente, belli pieni come tortore, e ci abbiamo fatto una posizione. Hanno studiato tutti e due, la femmina e’ sposata e ci abbiamo fatto la casa e i mobili e adesso lavora e i nipoti vanno alla piscina e il marito ci ha una macchina che sembra ‘na carossa tanto e’ lustra.

E il maschio da casa non se ne va perche’ e’ disoccupato da due anni e ci ha la fidanzata poverina che la sua mamma e’ vedova e piange sempre.

Ci voglio bene ai figli e anche alla moglie.

Pero’ adesso ci hanno un’idea che mi fa schifo, ma niente da fare. Testoni e somari.

Ci piace quella ghirba delle televisioni, cul’li’ che ci ha ‘na faccia d’ plastica che ghigna sempre. Ci dico alla moglie : ci credo che ghigna che vi prende tutti per il culo. Si diverte come un matto che voi ci siete cascati come pruss, come pere mature.

E ci dico al figlio: allora adesso non sarai piu’ disoccupato, testa di legno, perche’ c’e’ la ghirba dei miracoli che ‘t fa la grasia.

Ma son venuti cattivi, gli viene su dagli occhi la cattiveria e sono in tre, ansi quattro che c’e’ anche il crapulone del genero, che urlano e criano ‘me matt: L’e’ la tua idea che e’ morta. Lo vuoi capire che avete rubato come gli altri, anche di piu’. Ladri, siete dei ladri come gli altri e avete preso i soldi dalla Russia. La tua idea l’e’ morta e per fortuna’che voi con il centralismo l’avete rovinata l’Italia. Statalista.

E a me mi monta un tabacco addosso che non ci vedo piu’ e ci dico che io non ho mai rubato uno stussicadenti e ho preso solo papini sule urie.

E allora il crapulone mi dice piciola, potevi farti furbo e capirla prima che la tua idea l’e’ morta.

Allora io mi incasso come una bestia e ci dico che intanto noi non abbiamo mai governato, che invece la Democrazia con la puzza di incenso c’e’ stata quarant’anni e furbo lo sono perchè ho sempre avuto la schiena dritta, io,  e ‘sto centralismo so gnanca cos’e’ ma so che ci sono i padroni e ci sono quelli che ruscano e se questo l’e’ il centralismo viva il centralismo.

E quei li’, come tachini incassati, giu’ a dirmi che sono vecchio, che non capisco niente che alla tele hanno detto che la classe operaia l’e’ morta.

Morta un casso, dico io.

E loro giu’ si’, l’e’ morta come la tua idea.

Allora io tocco ferro e ci dico che fra un po’ son morto pure io e alora saranno contenti ma alla sepoltura ci voglio la bandiera rossa e pure l’Internasionale e non voglio ‘l preive che porta scalogna.

La moglie allora piange e mi dice Testun sensadio.

E io non ci vedo piu’ dal nervoso e urlo che se alla sepoltura non c’e’ le bandiere e la musica vengo fuori dalla fossa  tutte le notti a tirarci i piedi a lei e a quei mammalucchi dei figli, e gli do’ una sgnaccata alla tele quando c’e’ il Biutiful.

E poi visto che son sciopa’ come la mia idea e son invisibile ‘me ‘n fantasma ci canto Bandiera Rossa finche’ non sciopano pure loro dal nervoso.

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