25
Mar
2016
0

NON MI CANDIDO. VI SPIEGO PERCHE’ E A CHI LASCIO IL TESTIMONE

Ora che è ufficiale la lista del PD, ufficializzo pubblicamente quello che molti sapevano già: non mi candido alle elezioni amministrative di Torino del prossimo giugno.

Devo delle spiegazioni e qui le darò: sono abituata a motivare le mie decisioni e le mie scelte politiche, anche quelle scomode, figuriamoci se non lo faccio con quelle ovvie:

  1. Ho fatto due mandati da assessore. Il primo, con il sindaco Chiamparino nominata in quota “tecnica”. Il secondo, con il sindaco Fassino, dopo essere stata eletta in Consiglio Comunale con 2008 preferenze.
  2. Due mandati sono tanti: 10 anni. Una vita. Una vita intera di progetti, atti amministrativi, politiche pubbliche. Passione, errori, tentativi, battaglie. Credo – spero – di aver fatto del mio meglio. Comunque, ho dato il massimo, anche nelle sconfitte (perché ci sono state). Anche nei successi (perché ci sono stati). A breve pubblicherò il mio bilancio di mandato, con una modalità piuttosto innovativa che poi vi spiegherò e che permetterà a chiunque di valutare se crede, di riprendere in mano molte cose, di criticarle o semplicemente di prenderne atto.
  3. La passione politica è come un diamante, è per sempre. Ci sono nata dentro, ha costituito la mia identità personale, professionale, pubblica. Continuerà per sempre, perché è lo sguardo sul mondo, il modo con cui si concepisce il proprio ruolo nel mondo. Schierata, attivista e militante lo sono da sempre e lo sarò sempre.
  4. Il ruolo politico dentro le Istituzioni, invece, deve essere a tempo determinato. Se non ci si ferma in tempo, si rischia di non essere più una soluzione ma un problema. Di portarsi sulle spalle la stanchezza delle sconfitte e non l’entusiasmo delle vittorie. Due mandati – per come sono fatta io – sono il tempo giusto per mettersi alla prova, costruire, progettare, consolidare, consegnare ad altri. Lo penso in generale, per coerenza lo applico a me stessa.
  5. Adesso sento il bisogno di rientrare in una sfera più professionale, tecnica. Tornare da dove sono partita, tanti anni fa: progettare, scrivere budget, passare le notti a rispondere a scadenze europee, inventare titoli di progetti, costruire architetture gestionali. Formare, scrivere. Tutte cose che ho fatto, so fare, e che un po’ mi mancano, adesso.  A chi malignamente pensa io debba andare in pensione, rispondo che non posso permettermelo. Sono ancora troppo giovane e ho ancora un sacco di cose da fare. E di rate del mutuo da pagare. E di avventure professionali da affrontare
  6. In questi anni ho imparato milioni di cose, ho calpestato marciapiedi, attraversato universi culturali e sociali. Ho avuto il privilegio di servire la mia città con un ruolo istituzionale: è un patrimonio umano e culturale enorme, che mi emoziona da tanto mi ha dato. E’ il patrimonio che mi porto dentro, che mi ha fatto crescere. E’ giusto lasciare ad altri lo spazio e la possibilità di fare altrettanto
  7. Credo nelle staffette generazionali: l’evoluzione della specie – anche in natura – avviene quando i lupi stanchi lasciano il passo a quelli più giovani e baldanzosi. Io, in questo momento, mi sento un po’ un lupo stanco.
  8. Nei prossimi mesi mi specchierò in una giovane donna dal pessimo carattere, gli occhi intelligenti e le passioni forti. Un po’ come me: spigolosa e determinata.  Una giovane donna poco diplomatica ma capace di sorridere e di provare empatia. Di ridere e di parlare con tutti. Desiderosa di imparare, di immergersi in quei marciapiedi e in quegli universi culturali e sociali per farli diventare patrimonio collettivo.
  9. Accompagnerò Chiara Foglietta – poco più che 30enne, ingegnera, attivista LGBT, politicamente impegnata da sempre nei movimenti e poi nel PD da qualche anno – ad attraversare i miei mondi urbani per ascoltare, capire, progettare. Vi parlerò ancora di lei, prossimamente. Chiara è candidata nella Lista del PD a sostegno del sindaco Piero Fassino
  10. Quando ho cominciato, nel 2006, La Bionda finiva la seconda elementare. Ora, diventerà maggiorenne fra pochi mesi. Allora, glielo promisi davanti ad un gelato: non farò questa vita per sempre. Ci sarà il tempo in cui avrò un pochino più di tempo. Adesso, ha meno bisogno di me (anzi) ma le promesse si mantengono lo stesso.

Vi ho promesso due cose: il mio bilancio di mandato, che pubblicherò a breve. E di parlarvi di più di Chiara Foglietta

Ne aggiungo una terza: di scrivere delle migliaia di persone, mondi, luoghi, dipendenti pubblici, cittadini, compagni e compagne, energie, storie, uomini e donne che mi hanno accompagnato in questo lungo viaggio. Di quelli a cui devo il senso di questo viaggio. Lo farò presto. Non adesso, se no mi commuovo.

Le promesse si mantengono.

 

Condividi questo articolo:
  • Facebook
  • Twitter
  • LinkedIn
  • Digg
  • del.icio.us
  • Google Bookmarks
  • MySpace
  • PDF

You may also like

delle sardine, la politica e la generosità
Città di carne, città di pietra: la condanna di vivere tempi interessanti
16 marzo 1978. Cominciò così #55AldoMoro
Perchè le parole sono importanti? La faglia, l’Europa e la visione di società che sta dietro alle parole

Leave a Reply